È una scacchiera, o meglio una griglia, o meglio un mondo delimitato da raggi laser. Quadrati virtuali? O reali? Spazio limitato… ma solo fisicamente.

Se fossi una pedina su questa scacchiera chi sarei? Quale sarebbe il primo passo che farei uscendo dalla mia cella? Sfiderei gli altri apertamente come una Regina o li aggirerei silenziosamente come l’Alfiere? Avanzerei con passo militare o al trotto o forse semplicemente non mi muoverei, resterei qui, immobile, imponente come la Torre?

Qualunque sia la mossa che sceglierò, determinerà uno spostamento di tutta la scacchiera, perché teatro è imparare a muoversi ascoltando il proprio corpo e quello dei compagni, spostare l’aria insieme, prendere lo stesso respiro, parlare o non parlare, agire e soprattutto re-agire.

Un percorso tutto da costruire insieme, per capire che ogni individualità è sempre strettamente connessa agli altri, anche quando le regole determinano una distanza, anche quando non sento che la mia voce e non vedo che il mio riflesso.